Elena Riboldi | Pubblicato il 27/11/2024
In Italia, secondo gli ultimi dati Istat, ci sono 12.576 presidi residenziali – strutture residenziali socio-assistenziali e socio-sanitarie – che ospitano 356.556 persone, oltre tre su quattro delle quali sono anziani. La vulnerabilità degli ospiti alle infezioni respiratorie è stata drammaticamente messa in luce dalla pandemia di COVID-19 e da allora si è cercato di implementare misure atte a prevenire l’ingresso e la circolazione degli agenti infettivi che si trasmettono per via aerea. Uno degli interventi che potrebbe essere utile in questo senso è installare purificatori per l’aria dotati di filtri assoluti. Uno studio che arriva dall’Australia ne ha valutato l’efficacia in questo contesto, con risultati che appaiono deludenti.
Lo studio è ben disegnato, ma…
Gli autori dello studio, in doppio cieco, hanno coinvolto 3 strutture residenziali per anziani di medie dimensioni (50-100 posti letto), arruolando 135 ospiti (età media 85 anni), tutti alloggiati in camere singole che sono state dotate di purificatore d’aria. Lo studio – durato 6 mesi nella stagione influenzale dell’emisfero australe – si è svolto in due fasi: in una fase nel purificatore era inserito un filtro HEPA, nell’altra il filtro non c’era.
Grazie al design crossover – per cui ogni partecipante ha fatto parte sia del gruppo di intervento che del gruppo controllo – è stato possibile controllare lo studio per una serie di potenziali fattori confondenti come lo stato vaccinale, l’esposizione ai visitatori (che erano tenuti, così come il personale, a indossare sempre una mascherina chirurgica o ffp2) e le attività quotidiane.
Nell’analisi per intenzione al trattamento, l’uso del purificatore con filtro HEPA non ha ridotto in modo significativo l’incidenza di infezioni respiratorie acute. In un’analisi che ha incluso solo i partecipanti che hanno completato tutto lo studio (n=104), tuttavia, l’incidenza delle infezioni è risultata più bassa nel gruppo di intervento che nel gruppo controllo (24,0% contro 35,6%; OR 0,53 [95%CI 0,28-1,00]; P=0,048).
…servono dati più robusti
Gli autori dello studio, pubblicato sulla rivista JAMA Network Open, auspicano che vengano condotti altri trial più ampi per verificare questo risultato. Sarebbe importante che gli studi futuri prevedessero l’installazione dei purificatori d’aria con filtri assoluti anche nelle zone comuni delle residenze, dove è più probabile che i residenti vengano a contatto con persone che stanno incubando la malattia e sono contagiose, e non solo nelle camere (peraltro individuali) come nello studio presente.
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