Cristina Ferrario   |   Pubblicato il 30/12/2024

Dopo un 2024 decisamente dominato dai farmaci agonisti del recettore per l’ormone GLP-1 (o agonisti GLP-1R), cosa ci aspetta per il 2025?

Undici esperti ed esperte hanno descritto sulla rivista Nature Medicine alcuni studi clinici di rilievo nel panorama della medicina del nuovo anno, toccando i temi più diversi, dall’intelligenza artificiale agli screening oncologici, da nuove app mediche al rapporto tra la salute dell’uomo e quella dell’ambiente.

Medicina sempre più mirata (e molecolare)

Tre degli studi inseriti nell’articolo di Nature Medicine descrivono come la medicina molecolare e l’attenzione alle caratteristiche del singolo siano al centro della medicina moderna.

Sonia Vallabh, del The Broad Institute of MIT and Harvard a Cambridge (USA), ha citato uno studio di fase 1/2 che vede come protagonista la molecola ION-717 sviluppata da Ionis Pharmaceuticals e disegnata per inibire la produzione della proteina prionica. La molecola, somministrata precocemente, potrebbe aiutare a preservare la funzione cerebrale in pazienti con malattia da prioni. I primi risultati saranno disponibili a fine 2025.

Un secondo studio di fase 1/2 descritto nell’articolo, lo studio BEACON di Beam Therapeutics, sta valutando la sicurezza e l’efficacia del cosiddetto base-editing delle cellule staminali ematopoietiche (HSC) CD34+ e progenitrici autologhe (BEAM-101) in pazienti con anemia falciforme grave. “Queste modifiche dovrebbero aumentare i livelli di emoglobina fetale e migliorare i sintomi” ha spiegato David Liu direttore del Merkin Institute of Transformative Technologies in Healthcare e professore di scienze naturali alla Harvard University (Cambridge, USA).

La medicina personalizzata fa anche capolino nello studio Nutrition for Precision Health finanziato dai National Institutes of Health statunitensi che punta a esplorare i fattori che determinano le differenze nelle risposte delle persone a uno stesso cibo. Il progetto studierà più di 8.000 adulti, con pochi criteri di esclusione e con attenzione anche ad aspetti come la genetica, il microbioma, le abitudini di vita e l’anamnesi medica e sanitaria. Come ha spiegato Leanne Redman del Pennington Biomedical Research Center of the Louisiana State University System di Baton Rouge (USA), questo approccio aiuterà a creare strategie alimentari su misura e i primi dati dovrebbero arrivare già nel 2025.

Lo stretto legame tra ambiente e salute

L’architettura al servizio della salute umana è al centro del progetto descritto da Aditi Bunker che coordina il Climate Change and Health Intervention Working Group dell’Università di Heidelberg, in Germania. Una delle idee del gruppo consiste nell’utilizzare “tetti freddi” (cool roofs), ovvero rivestimenti altamente riflettenti che aiutano a ridurre le temperature interne riflettendo la radiazione solare e impedendo il trasferimento di calore all’interno delle abitazioni. L’analisi dei dati attualmente in corso permetterà di determinare l’efficacia di questi interventi e la possibilità di applicarli anche in contesti di scarse risorse economiche.

Lo studio ALIMUS, condotto in Kenia e Burkina Faso e descritto da Ina Danquah dell’Università di Bonn, in Germania, si concentra sulla creazione di orti casalinghi in combinazione con la consulenza nutrizionale e sanitaria. Obiettivo ultimo? Quello di aumentare la diversità della dieta e compensare la perdita di sostanze nutritive dalle colture stabili causate dai cambiamenti climatici.

Mente e cervello in primo piano

Philip McGuire, dell’Università di Oxford e del Health NHS Foundation Trust di Oxford (Regno Unito) ha citato per Nature Medicine lo studio Stratification and Treatment in Early Psychosis (STEP) che utilizza un cannabidiolo (CBD; sostanza presente nella pianta di Cannabis sativa). Il programma STEP include tre studi clinici ciascuno dei quali coinvolge pazienti con diversi stadi di psicosi: persone ad alto rischio di disturbi psicotici, persone che hanno sviluppato di recente una psicosi e persone resistenti al trattamento. Nel 2025 sono attesi i primi risultati.

Interventi di medicina digitale sono invece protagonisti dello studio mobile health (mHealth) Toolkit for Screening & Empowering Lives of Youth (mSELY), che affronterà il problema dei disturbi mentali degli adolescenti in Kenya studiando l’efficacia di strumenti digitali per adolescenti e genitori. “La versione per gli adolescenti mira ad aiutarli a valutare e gestire, in autonomia, i loro bisogni di salute mentale, mettendoli in contatto con i coetanei. La versione per i genitori è pensata per aiutarli ad apprendere strategie di salute mentale e a fornire risorse per una migliore genitorialità” ha precisato Keng‐Yen Huang della NYU School of Medicine di New York.

Dennis P. Wall della Stanford University School of Medicine di Stanford (USA) ha descritto invece un gioco speciale per aiutare i bambini con autismo e i loro familiari, creando una potente sincronia sociale tra il caregiver e il bambino. Questo dovrebbe ridurre lo stress dei genitori ed eliminare i sintomi dell’autismo che influiscono negativamente sull’integrazione sociale.

Nuovi traguardi per l’oncologia

Nel caso del tumore della prostata, il 2025 potrebbe riservare interessanti novità riguardo l’utilizzo dei radiofarmaci, in particolare lutezio 177, nei pazienti con tumori che esprimono l’antigene prostatico specifico di membrana (PSMA). Studi attualmente in corso (PMSAfore, PSMAddition) puntano a valutare l’efficacia di questa terapia in linee di trattamento sempre più precoci e in pazienti con diverse caratteristiche. Come ha ricordato Oliver Sartor della Mayo Clinic di Rochester (USA), il prezzo del farmaco è però elevato e ciò potrebbe limitare la disponibilità a livello globale.

Altro tema caldo dell’oncologia è lo screening. Farida Selmouni e il suo gruppo alla International Agency for Research on Cancer (IARC) di Lione (Francia) sta lavorando allo sviluppo di strumenti basati su web con l’utilizzo di chatbot e intelligenza artificiale che mirano a incoraggiare le donne, in particolare quelle con livelli di istruzione più bassi e provenienti da aree svantaggiate, a eseguire i test per lo screening del cancro cervicale. La conclusione dello studio AppDate-You è prevista per il 2025.

Ultimo, ma non per importanza, lo studio My Personal Breast Cancer Screening (MyPeBS) sta valutando l’efficacia di un programma di screening personalizzato per il tumore mammario, basato su un calcolo del rischio che tenga conto anche di fattori genetici delle singole donne. “Se lo studio dimostrerà che lo screening basato sul rischio è uguale o superiore allo screening standard, potrebbe rivoluzionare la prevenzione del cancro al seno” ha dichiarato Suzette Delaloge dell’Institut Gustave Roussy di Villejuif (Francia).