Massimo Sandal, PhD   |   Pubblicato il 02/01/2025

Pochi oggetti fanno tornare in mente brutti ricordi legati al COVID-19 come le mascherine. Eppure sono stati uno dei modi più semplici ed efficaci di contenere la diffusione di SARS-CoV-2. Se tutti le avessero indossate correttamente, questo avrebbe potuto ridurre la diffusione di SARS-CoV-2 di ben nove volte. Così suggerisce uno studio teorico pubblicato sulla rivista di fisica Physical Review E e firmato da Richard P. Sear, docente di fisica biologica all’Università del Surrey (Guildford, UK).

 

Un passo oltre l’epidemiologia

Lo studio cerca di scavalcare dal punto di vista teorico i limiti delle indagini epidemiologiche sul ruolo delle mascherine, notoriamente complesse e soggette a errori. Sear ha sfruttato dunque i dati ottenuti dall’app COVID-19 del Regno Unito, per un totale di sette milioni di contatti, per stimare un modello matematico di trasmissione del virus, in particolare per dedurre la statistica su come la durata di contatto sia correlata al contagio. Da questo, e dai dati noti sulla capacità di filtrazione di diversi modelli di mascherina, il modello stima che se tutti gli abitanti del Regno Unito avessero indossato la mascherina in ogni occasione di potenziale esposizione, la trasmissione del virus sarebbe stata circa nove volte inferiore.

Benché si tratti di un modello matematico, è comunque un ulteriore tassello nell’insieme di prove sui benefici delle mascherine, una delle strategie migliori, nonché tra le più semplici e prive di controindicazioni significative, che ha contenuto SARS-CoV-2. A questa conclusione sono giunte sia diverse revisioni sistematiche, sia ulteriori studi statistici. Viceversa, la decisione di allentare e, infine, eliminare i regolamenti sulle mascherine ha avuto conseguenze di cui si è parlato ben poco.

Com’è intuitivo, eliminare l’obbligo delle mascherine causa un aumento della diffusione del virus, con conseguente risalita di ricoveri e decessi. Uno studio di agosto 2024 ha calcolato che in Giappone, dove per motivi culturali l’uso delle mascherine in pubblico è comunque molto più alto che in Europa, il calo nel loro uso dal 97% della popolazione nel 2022 a 63% a ottobre 2023 potrebbe aver causato 3.500 decessi in più in tutto il Giappone.

 

 

 

Non c’è solo SARS-CoV-2

Uno degli effetti più straordinari degli interventi non farmaceutici durante la pandemia fu la probabile estinzione di un intero ceppo influenzale (B/Yamagata), il che potrebbe aprire margini di miglioramento per i futuri vaccini antinfluenzali, nonché la drastica riduzione nella diffusione del virus respiratorio sinciziale. Anche se non è stato merito delle sole mascherine ma anche di misure d’emergenza come lockdown e distanziamento, questo mostra come i mutamenti nei comportamenti delle persone possono alterare in senso positivo e duraturo il panorama globale delle malattie infettive, con benefici a lungo termine.

Le mascherine hanno avuto un ruolo nel ridurre la trasmissione dell’influenza durante la pandemia, e la loro efficacia è stata suggerita da vari studi e revisioni sistematiche nei confronti di un’ampia gamma di virus respiratori. Uno studio clinico randomizzato su 4.647 partecipanti norvegesi tra febbraio e aprile 2023, pubblicato a maggio 2024 dal British Medical Journal, suggerisce che, in generale, indossare la mascherina riduce l’incidenza di sintomi respiratori: l’8,9% di coloro che hanno indossato mascherine ha riportato sintomi respiratori durante lo studio, contro il 12,2% di coloro che non le indossavano, con una riduzione relativa del rischio del 27%.

Usare più diffusamente le mascherine potrebbe inoltre proteggere anche da altri fattori, come le polveri sottili e quindi, indirettamente, ridurre il rischio di varie condizioni di salute. Uno studio retrospettivo su 7,8 milioni di residenti nella città cinese di Weifang, pubblicato a dicembre da BMC Public Health, suggerisce che l’uso delle mascherine durante la pandemia possa aver protetto la popolazione anche dall’inquinamento, riducendo il numero di casi di ictus del 38,6% in 33 mesi di follow-up.

Benché in bioetica vi siano voci che chiedono ancora di (re)introdurre l’obbligo di mascherina nei luoghi pubblici, è improbabile che, emergenze a parte, l’obbligo di mascherina sia oggi politicamente e socialmente accettabile. L’uso delle mascherine inoltre è considerato un argomento politicamente polarizzante in diversi Paesi occidentali. Ciò nonostante, non è insensato chiedersi se, man mano chesi allontana la fase acuta della pandemia di COVID-19 e il dibattito dell’epoca, non si possa lavorare per promuovere in modo più obiettivo e sereno l’uso delle mascherine nei luoghi pubblici.

È ben noto come sia difficile fare opera di persuasione per la salute pubblica, ma la letteratura scientifica offre alcuni spunti: dal preparare le persone a fare affidamento sul proprio pensiero razionale piuttosto che sulle loro emozioni, al fornire informazioni sul ruolo delle mascherine nel proteggere le persone attorno a sé. Il fatto che, per esempio, le culture dell’Estremo Oriente tendano ad avere un rapporto molto più positivo con l’uso delle mascherine mostra che, in linea di principio, è possibile renderle accettabili. I dati degli studi condotti con la dovuta distanza temporale dicono infatti che, anche in vista di future pandemie, potrebbe essere il caso di spezzare la polarizzazione e far tornare le mascherine, se non più un obbligo per tutti, una scelta per molti.