Cristina Ferrario   |   Pubblicato il 02/01/2025

C’è un momento, tra le ultime fasi dell’infanzia e le prime fasi dell’adolescenza, nel quale la salute cardiovascolare (CVH) comincia a peggiorare e ci sono fattori di tipo sociodemografico che influenzano queste traiettorie. Lo si legge sulla rivista JAMA Cardiology dove sono stati pubblicati i risultati di uno studio che ha tracciato tali traiettorie in bambini e adolescenti basandosi sul modello Life’s Essential 8 (LE8), introdotto nel 2022 dalla American Heart Association.

“Il LE8 include 4 fattori comportamentali (esposizione alla nicotina, dieta, attività fisica e durata del sonno) e 4 fattori legati alla salute (indice di massa corporea [IMC], pressione arteriosa [PS], glucosio e colesterolo)” spiegano gli autori, guidati da Izzuddin M. Aris, della Harvard Medical School and Harvard Pilgrim Health Care Institute di Boston, primo nome dell’articolo. Gli esperti ricordano che una buona salute cardiovascolare in giovane età si associa a una riduzione del rischio di numerosi disturbi cardiovascolari in età adulta, tra i quali anche la sindrome metabolica.

 

Attenzione alle cattive abitudini

Nonostante l’importanza della salute cardiovascolare nelle prime fasi della vita sia ampiamente riconosciuta, pochi studi ne hanno caratterizzato la storia naturale o ne hanno identificato i determinanti sociodemografici. Parte da queste premesse il lavoro di Aris e colleghi che hanno analizzato i dati di 1.523 bambini della coorte prenatale Project Viva, uno studio prospettico di coorte in corso, condotto nel Massachusetts orientale su donne in gravidanza arruolate dall’aprile 1999 al novembre 2002.

Per tutti i partecipanti è stato calcolato il punteggio CVH (0-100 punti) dalla prima infanzia alla tarda adolescenza e questo ha permesso di identificare le traiettorie e le influenze di diversi fattori. l punteggi medi di CVH erano 82,6 nella prima infanzia, 84,1 un po’ più avanti nell’infanzia, 82,0 nella prima adolescenza e 73,8 nella tarda adolescenza. Le analisi hanno mostrato un declino dei punteggi attorno ai 10 anni. “Un dato fondamentale è che le traiettorie di CVH globale e comportamentale hanno mostrato modelli simili, suggerendo che la salute cardiovascolare nei bambini è guidata in gran parte dalla componente comportamentale piuttosto che da quella biologica” affermano Aris e colleghi. Secondo gli esperti, questo dato potrebbe riflettere le transizioni sociali o di sviluppo che si verificano durante queste fasi della vita, come i cambiamenti negli orari scolastici, e che potrebbero riflettersi su comportamenti legati alla salute che possono interferire con il rispetto delle linee guida per una durata del sonno e una dieta salutari.

Dalle analisi sono emerse inoltre differenze nelle traiettorie di CVH legate al sesso alla nascita, con i bambini maschi che mostrano tassi più rapidi di aumento del punteggio CVH prima e di declino dopo il punto di flessione attorno ai 10 anni. Reddito familiare, livello di istruzione materno ed etnia sono ulteriori fattori che possono influenzare le traiettorie finali.

“Indipendentemente dal momento in cui si verifica questo punto di flessione, non è mai troppo presto per iniziare la promozione della salute cardiovascolare. Dobbiamo lavorare in squadra con le comunità, i sistemi sanitari e i politici per promuovere questo aspetto della salute nelle prime fasi della vita e anche prima del concepimento per mitigare la trasmissione intergenerazionale di una scarsa CVH e le disparità di salute” commentano in un editoriale correlato Natalie A. Cameron e Norrina B. Allen, della University Feinberg School of Medicine di Chicago.