Cristina Ferrario   |   Pubblicato il 28/11/2024

Il secolo in corso ha visto progressi significativi nelle opzioni terapeutiche per il cancro, in particolare nei campi dell’immunoterapia e delle terapie mirate, ma questi progressi hanno importanti implicazioni finanziarie, che stanno creando diseguaglianze tra i vari paesi.

Lo scrivono sulla rivista Cancer gli autori di uno studio nato proprio con lo scopo di studiare le dinamiche dello sviluppo dei farmaci moderni, esplorandone le implicazioni finanziarie e l’impatto sulla salute globale. “La crescita economica è attualmente il fattore principale che determina l’accessibilità di questi farmaci, determinando un enorme divario tra paesi ad alto e basso reddito” spiegano i ricercatori del Naef K. Basile Cancer Institute all’American University of Beirut Medical Center di Beirut (Libano), coordinati da Fadlo R. Khuri, che hanno analizzato le pubblicazioni sul tema, aggiornando la loro ricerca a dicembre 2023.

Quello delle diseguaglianze in oncologia è un problema molto sentito a livello mondiale. Nei tre anni, 2022-2024, il tema della Giornata Mondiale contro il Cancro è stato “Close the care gap”, ponendo grande attenzione alla riduzione delle diseguaglianze nelle cure. Inoltre, all’interno del Piano Europeo per combattere il cancro trova posto l’ECIR – Registro europeo delle disuguaglianze nel cancro, che “fornisce dati solidi e affidabili sulla prevenzione e la cura del cancro per identificare tendenze, disparità e disuguaglianze tra Stati membri e regioni”.

I problemi e le possibili soluzioni

Il tasso di approvazione dei nuovi farmaci oncologici è aumentato del 757% nel periodo 2017-2022 rispetto al 2000-2004. Inoltre, la spesa globale per i trattamenti oncologici è aumentata costantemente, raggiungendo i 193 miliardi di dollari nel 2022 contro i 90 miliardi di dollari nel 2016. Un aumento che, come scrivono gli autori, può essere attribuito all’alto costo dei farmaci e dei processi di ricerca e sviluppo. I costi elevati rendono particolarmente complesso l’accesso alle nuove terapie nei paesi a basso reddito, nei quali generalmente si investe meno nelle cure oncologiche rispetto a quanto avviene nei paesi ad alto reddito (0,26% e 0,72% del PIL, rispettivamente). “I paesi ad alto reddito sostengono l’onere economico del cancro. Tuttavia, i paesi a basso reddito gestiscono l’onere sanitario della malattia” affermano Khuri e colleghi, ricordando anche che esistono grandi differenze nei prezzi dei farmaci oncologici tra le nazioni.

Una possibile azione volta a mitigare le diseguaglianze nell’accesso ai farmaci potrebbe essere l’incremento di utilizzo di farmaci biologici o biosimilari, che costano meno degli originali e possono dare il via a una competizione con conseguente riduzione dei prezzi e maggiore accessibilità. Questo passaggio non è sempre semplice e gli autori suggeriscono che una maggiore condivisione dei processi produttivi da parte delle aziende permetterebbe di arrivare a farmaci biosimilari più simili agli originali. Infine, la copertura sanitaria universale e programmi di screening efficaci potrebbero contribuire a migliorare l’accesso alle cure. “L’accessibilità a trattamenti antitumorali efficaci deve diventare un diritto umano fondamentale che trascende i confini. Nel 21° secolo, non può e non deve essere uno svantaggio medico nascere in un paese a basso reddito” concludono gli autori.